Nel Medioevo per difendere il borgo sono state costruite rispettivamente la bertesca del castello, che permetteva la defensam in muro comunis de super et de suptus, come voluto dagli Statuti, e la sua annessa domus, integrata con unam domunculam pro stantia custodum. Per incrementare l'armamento difensivo, ogni Vicario uscente, dopo i sei mesi di mandato, lasciava al Comune unam balistam et unam rotellam del valore di due fiorini d'oro.
Sulla bertesca lo stemma cum armis comunis et cum grifone, quello perugino in segno di dominio e protezione. Di tutte le bertesche che gli Statuti vogliono lungo la cinta muraria, con uguali caratteristiche e fini si conserva quest'unico esemplare, che lungo la cinta è anche una delle turres, presenti già in atti della metà del duecento. La merlatura in mattoni appare successiva al XIV secolo, mentre è datata
I custodes impedivano l'ingresso anche a i contribuentes abitanti fuori delle mura del castrum, se sprovvisti dell'apposita licentia del sindaco e dei suprastantes addetti all'organizzazione della guardia alle porte; era l'unica porta d'accesso, infine, su questo fronte ovest dell'insediamento murato e per la sua particolare importanza era protetta, come si vede ancora in una raffigurazione di Fossato del 1817, da due porte che controllavano l'accesso alla piazzetta stessa antistante la torre merlata e che erano collegate da due torri che oggi sono le due strutture civili davanti a torre merlata stessa e che, aggiunta alle altre 14, portavano il totale a 16.
FONTE:
Guida storica di Fossato di Vico di Luigi Galassi